La Regione Sardegna ha emanato l'ordinanza n°11 del 24 marzo 2020 tesa ad uniformare alcune misure già adottate dai Comuni finalizzate ad evitare gli assembramenti di persone. In dettaglio l'ordinanza prevede:
- la chiusura di parchi e giardini pubblici;
- l’uso della bicicletta, anche a pedalata assistita, o di analogo o altro mezzo di locomozione e lo spostamento a piedi, nei centri urbani e in aree extraurbane dell’intero territorio regionale, sono soggetti alle limitazioni previste per gli spostamenti su tutto il territorio nazionale (art. 1 dpcm dell'8 marzo e art.1, comma 1, del dpcm 9 marzo 2020);
- sono sospese l’apertura dei bar e punti di ristoro nelle aree di servizio poste su tutto il territorio della regione;
- i negozi di generi alimentari dovranno restare chiusi la domenica. Fanno eccezione le farmacie e le parafarmacie;
- è consentita la spesa una sola volta al giorno e per una sola persona per famiglia, con l'eccezione per gli acquisti di farmaci;
- è consentito portare a passeggio i cani ma solo entro i 200 metri dalla propria residenza o dimora;
- è consentito agli hobbisti agricoli, coloro cioè che coltivano poderi, orti, frutteti e vigneti di continuare l'attività ma una sola volta al giorno, una sola persona a famiglia, per poderi in attualità di coltura e per interventi agronomici non rinviabili;
- i Comuni hanno l'obbligo di provvedere alla sanificazione degli edifici e in particolare delle strade attorno a ospedali, ambulatori, centri commerciali, mercati e ipermercati, punti vendita di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, banche e uffici pubblici, mediante l'uso di ipoclorito di sodio, sulla base di un parere favorevole fornito dall'Istituto superiore di sanità il 18 marzo 2020;
- sui mezzi di trasporto pubblico locale sarà ulteriormente contenuto il carico di passeggeri, salvo casi di urgenza o forza maggiore.
L'ordinanza recepisce inoltre le novità del dpcm che vieta alle persone di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Non sono più ammessi gli spostamenti, previsti dalle precedenti ordinanze del presidente (del 9, del 13 e del 14 marzo scorsi) per rientrare nel proprio domicilio, abitazione o residenza.